Secondo una recente indagine condotta dalla compagnia assicurativa Direct line, più del 54% di italiani dichiara di non essere in grado di riparare anche il più piccolo guasto e che preferisce affidare la riparazione dell’auto a del personale qualificato.
Se è vero che la crisi economica ha avuto delle conseguenze importanti per il mercato delle automobili, è altrettanto vero che per le officine di riparazioni il discorso cambia. La parte meno toccata dai proprietari di un’automobile è il motore e questo anche quando la persona ha una solida conoscenza dell’apparato, mentre non è previsto il ricorso ad un centro professionale quando si tratta di cambiare una gomma, l’olio o mettere le catene da neve.
A privilegiare le soluzioni fai da te è soltanto l’11% degli intervistati, ma in questo caso si tratta di veri e propri appassionati di motori e risulta essere completamente assente dalla percentuale il gentil sesso. Andamento similare anche quando il guasto all’auto avviene improvvisamente, come nel caso dell’autostrada, dove soltanto il 16% afferma che prima di chiamare l’assistenza cerca di riparare da solo il guasto.
Certo è, quindi, che la crisi ha giovato ai centri di riparazione: il fatto che il mercato dell’automobile sia in flessione si traduce in un numero maggiore di persone che in caso di guasti anche importanti, preferiscono riparare l’automobile anzichè comprarne una nuova; il tutto, unito al fatto che la riparazione dell’automobile richiede delle competenze specifiche che non si possono apprendere con un videotutorial, va a creare un giro d’affari enorme per i titolari di un centro di assistenza. È altrettanto vero però, che la maggior parte di interventi di riparazione riguardano modelli di auto di vecchia generazione: stando ai dati dell’indagine, la maggior parte dei veicoli in Italia conta fra i 7 ed i 9 anni di vita.
Tale dato è molto importante, soprattutto se associato ad altre 2 importanti evidenze: la prima è che la riparazione ritarda l’acquisto di una nuova auto, ma non lo impedirà per sempre, la seconda è che le nuove politiche ambientali stesse incentivano fortemente l’acquisto, promuovendo delle alternative all’automobile classica (i modelli eco) e delle alternative all’automobile stessa (le giornate a traffico limitato, incentivando la costruzione di piste ciclabili).
Il connubio fra le nuove automobili e le nuove politiche ambientali, fa prevedere per l’anno in corso, quindi, una graduale quanto significativa inversione di rotta, con una lenta ripresa del mercato dell’automobile e la conseguente flessione dell’universo delle riparazioni.
Foto: Le Mini Auto