Qual è il più grande problema per la maggior parte degli apparati elettronici di ultima generazione? Che siano computer, cellulari o altro il più grosso problema è la batteria! L’utilizzo simultaneo di diverse applicazioni sullo stesso dispositivo porta ad esaurire molto velocemente la sua carica.
Da qui sorgono poi altri problemi: dover cercare apposite prese dove ricaricare l’apparato e l’attesa (che varia a seconda dell’oggetto in questione) per il completamento della carica.
Dagli Stati Uniti arriva una sorprendente novità. Una giovane studentessa di 18 anni, Eesha Khare, ha appena scoperto un sistema che permette di immagazzinare energiam e arrivare a una carica completa nel tempo record di 20-30 secondi.
Questa scoperta è stata premiata da Intel, una delle aziende più importanti nel settore tecnologico, che le ha concesso una borsa di studio del valore di 50.000 dollari.
Tra le sue caratteristiche risaltano la velocità della ricarica e la sua capacità di conservare un’elevata quantità di energia in uno spazio molto ridotto. Una scoperta che, una volta sviluppata e dimostrata la sua viabilità reale sul mercato, potrebbe aprire un mondo di possibilità negli apparati tecnologici e in tutti i tipi di dispositivi che richiedono alcun tipo di fonte di energia esterna.
Al momento la giovane inventrice ha sperimentato la sua invenzione per accendere una lampada a sistema LED però questo non esclude che si possa usare anche nei nuovi sistemi OLED - che significa in italiano “diodo organico ad emissione di luce” - applicati già nelle fotocamere digitali e nei nuovi schermi pieghevoli, che un giorno potranno essere inseriti persino sui tessuti.
Altra caratteristica della nuova batteria è la sua durata rispetto al resto delle batterie ricaricabili, che durano solo 1000 cicli, mentre quelli del nuovo dispositivo arrivano sino ai 10.000.
Una caratteristica questa, che potrebbe renderla particolarmente utile in veicolielettrici giacché uno degli handicap che presentano questo tipo di auto, e chefanno sì che molti compratori desistano dalla possibilità di acquisto, è propriola poca autonomia delle loro batterie (specialmente nelle lunghe tratte) e ladipendenza dalle stazioni di ricarica.
Khare, la studentessa prodigiosa, ha comunque dichiarato che per il momento dedicherà le sue ricerche all’impiego della sua scoperta in telefoni cellulari, facendo onore alla fonte d’ispirazione che ha permesso la sua creazione.